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Egle Costantinopoli Portfolio

LA STREGA DI CARBONE

  • eglecostantinopoli
  • 1 ago 2014
  • Tempo di lettura: 1 min

Un pezzo di stoffa spiegazzato, annoiato dal caldo e dall’afa, un giorno spiegò le ali che nessuno gli aveva mai stirato. Si voleva vendicare di tutti gli anni di silenzio e polvere, si voleva scuotere, si tese con forza e frustò l’aria, sempre più forte, sempre più forte, così forte che i capelli della strega di carbone, che erano lunghi ben oltre i suoi piedi, vennero trascinati in un vortice nero come la pece, sempre più fitto, sempre più stretto, sempre più buio..

Ma in fondo al vortice una luce lontana, bianca, tonda come la luna.

La strega di carbone si mise a scalare i suoi capelli al centro del vortice e con fatica frustrante arrivò laggiù, così stanca che quando riuscì ad uscire rimase in ginocchio con le mani a terra per riprendere fiato. Ci mise un po’ a capire che ce l’aveva fatta, che i suoi capelli, il vento, il caldo si stavano calmando e che quello in cui era capitata era un mondo nuovo, sotto le sue mani c’era un’erbetta verde e la brezza leggera cantava felice per farle dimenticare come un brutto incubo la montagna di carbone a cui era abituata.

Dedicato a Marta.

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